Scienziati tedeschi e olandesi stanno ricercando nuovi prodotti rispettosi dell'ambientePLAmateriali. L'obiettivo è sviluppare materiali sostenibili per applicazioni ottiche come fari automobilistici, lenti, plastica riflettente o guide luminose. Per ora questi prodotti sono generalmente realizzati in policarbonato o PMMA.
Gli scienziati vogliono trovare una plastica di origine biologica per realizzare i fari delle automobili. Risulta che l'acido polilattico è un materiale candidato adatto.
Attraverso questo metodo, gli scienziati hanno risolto diversi problemi affrontati dalla plastica tradizionale: in primo luogo, rivolgere la loro attenzione alle risorse rinnovabili può alleviare efficacemente la pressione causata dal petrolio greggio sull’industria della plastica; in secondo luogo, può ridurre le emissioni di anidride carbonica; terzo, ciò implica la considerazione dell’intero ciclo di vita del materiale.
"L'acido polilattico non presenta solo vantaggi in termini di sostenibilità, ma ha anche ottime proprietà ottiche e può essere utilizzato nello spettro visibile delle onde elettromagnetiche", afferma il dott. Klaus Huber, professore all'Università di Paderborn in Germania.
Al momento, una delle difficoltà che gli scienziati stanno superando è l’applicazione dell’acido polilattico nei campi legati ai LED. Il LED è noto come sorgente luminosa efficiente ed ecologica. "In particolare, la durata estremamente lunga e le radiazioni visibili, come la luce blu delle lampade a LED, pongono requisiti elevati ai materiali ottici", spiega Huber. Ecco perché è necessario utilizzare materiali estremamente durevoli. Il problema è: il PLA diventa morbido intorno ai 60 gradi. Tuttavia, le luci a LED possono raggiungere temperature fino a 80 gradi durante il funzionamento.
Un'altra difficoltà impegnativa è la cristallizzazione dell'acido polilattico. L'acido polilattico forma cristalliti a circa 60 gradi, che offuscano il materiale. Gli scienziati volevano trovare un modo per evitare questa cristallizzazione; o per rendere il processo di cristallizzazione più controllabile, in modo che la dimensione dei cristalliti che si formano non influenzi la luce.
Nel laboratorio di Paderborn gli scienziati hanno innanzitutto determinato le proprietà molecolari dell'acido polilattico per alterare le proprietà del materiale, in particolare il suo stato di fusione e cristallizzazione. Huber è responsabile dello studio della misura in cui gli additivi, o l'energia delle radiazioni, possono migliorare le proprietà dei materiali. “Abbiamo costruito un sistema di diffusione della luce a piccolo angolo appositamente per studiare la formazione dei cristalli o i processi di fusione, processi che hanno un impatto significativo sulla funzione ottica”, ha affermato Huber.
Oltre alle conoscenze scientifiche e tecniche, il progetto potrebbe offrire notevoli vantaggi economici dopo l’implementazione. Il team prevede di consegnare il primo foglio di risposte entro la fine del 2022.
Orario di pubblicazione: 09-nov-2022